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Descrizione

Risalgono all'epoca di Giacornino e Pantaleone i due affreschi che adornano la casa ritenuta per antica tradizione il Lazzaretto, ora proprietà dei fratelli Radaelli. Quasi scomparso, per le tinteggiature sovrapposte, il dipinto del cortile nord (si intravede solo un volto di Madonna), sopravvive relativamente risparmiato dal tempo e dalle intemperie quello del cortile sud, a contorno rettangolare, occupa una superficie di circa 5 metri quadrati.
Con delicato senso decorativo dominano al centro sul tronetto le soavi immagini della Vergine e del Bambino e negli scomparti laterali le assorte figure dei Santi Agostino e Rocco.
Ne è tratto così, pur senza la suggestione dello sfondo un complesso ambientale raffinato e armonico.
A destra, lungo il bordo superiore, una iscrizione latina, reca l'indicazione dell'anno e un cristiano augurio di pace: (1496 primo die iunie pax huic domui).
Per grazia di forma e di sentimento l'opera si inserisce degnamente nella corrente artistica del quattrocento lombardo-piemontese, risentendo il nuovo influsso del milanese Boniforte Oldoni, trasferitosi verso il 1460 a Vercelli.
Pure alla scuola vercellese i critici moderni attribuiscono la pala della Crocifissione venerata nella Chiesuola dietro al maggior altare.
Si rinvenne insieme con altre pregevoli pitture del secolo XV, il 2 agosto 1889 nel corso dei lavori di restauro intrapresi dal compianto pievano Teologo Francesco Garrione. La ricopriva il quadro della Madonna del Carmelo ordinato l'8 agosto 1598 dalla compagnia del Rosario (cfr. Vercelli sacra pag. 316).
Lo sfondo, appena accennato a destra da una catena di colli, che si allontanano sotto un cielo velato di nubi, accentua il tono e la solitudine della scena.
La Croce occupa il centro prospettico della composizione. Un tragico colloquio pare crearsi e un dolore esasperato esplodere dalle membra spente del Cristo. Alla Vergine e a Santa Maddalena la morbida rotondiià delle linee, la pacata espressione del gesto, la smorzata vivacità del colore, le ampie pieghe delle vesti conferiscono una dignità grave e melanconica.
L'affresco, collocato per municifenza di alcuni eletti cittadini Confienzesi come attesta l'epigrafe "Baptista Ferr... Antonius Pasagius, Mattea e Maddalena De Faletis iussu qua Bartolomei Faleti hoc opus fieri fecert anno 1583 die 9 augusti", appartiene esteticamente al tardo stile di Bernardino Lanino (1510 - 1586) allievo di Gaudenzio Ferrari (1474-1546), meglio alla scuola o ai figli del Maestro Vercellese, che sfruttarono il nome e i cartoni del padre con grande vantaggio del loro stato finanziario (cfr. Masoero in Numero unico per le feste cinquantenarie della Addolorata 1909).
Singolare decoro di Confienza dunque serbare alla ammirazione degli studiosi la sua preziosa produzione artistica, il cui valore intrinseco dovrebbe assurgere per ogni anituo sensibile a simbolo di storia, a ricordo di nobili secoli, ad auspicio di pace e prosperità.
Dott. Nino Radaelli

Indirizzo e punti di contatto

Nome Descrizione
Indirizzo Vie e Case del Centro Storico

Modalità di accesso

Presenza di marciapiede pedonale con rampe

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